Ci puoi spiegare la tua ricerca e quali sono gli obiettivi finali?
Certo! Esistono molte malattie cardiache, alcune delle quali presentano meccanismi patologici che limitano la vita quotidiana, in particolare con sintomi come il fiato corto. Questo sintomo si manifesta in varie situazioni, e il fiato corto durante l’esercizio fisico è un segno distintivo dello scompenso cardiaco e delle cardiomiopatie restrittive. Il mio interesse principale è capire perché si verificano questi sintomi e come classificare i pazienti in gruppi più o meno sani. Per raggiungere questa comprensione, i pazienti si sottopongono a test funzionali, come pedalare su una bicicletta da palestra, mentre vengono effettuate diverse misurazioni. L’obiettivo è identificare precocemente i pazienti a rischio per promuovere cuori più sani in futuro.
Ci racconti del tuo team? Avete l’occasione di condividere ciò che viene scoperto anche a livello nazionale e internazionale?
Ho recentemente iniziato a lavorare presso il laboratorio di Fisiopatologia Cardio-Respiratoria dell’Unità di Scompenso Cardiaco e Cardiologia Clinica, che vanta una profonda esperienza nei test funzionali applicati a diverse malattie cardiache. Questo contesto mi permette di intraprendere appieno un percorso di ricerca nel campo che ho descritto.
Qual è stato il momento in cui hai deciso di diventare un ricercatore?
Non è stata una decisione consapevole. Ho iniziato a fare ricerca durante il percorso di studi in medicina, lavorando nei fine settimana e la sera, e ne sono rimasto affascinato. Mi sono innamorato dell’indagine scientifica e del processo di svelare l’ignoto. È come intraprendere un viaggio in mare verso luoghi sconosciuti, scoprendo i tesori dell’essere umano.
Perché è così importante ricevere una borsa di studio come quelle della Fondazione IEO-MONZINO ETS?
La ricerca è un campo fatto di passione e interesse, ma come diceva sempre il mio ex mentore, “Es ist ein Knochenjob,” che significa un lavoro duro e implacabile.
Puoi raccontaci una giornata tipo in laboratorio?
Arrivo in laboratorio e controllo le mail per essere aggiornato sui compiti e le attività in arrivo. Poi mi dedico alle attività più impegnative, approfittando della freschezza mentale della mattina. Successivamente, lavoro ai miei progetti (test funzionali sui pazienti) e collaboro con i membri del mio team per raggiungere gli obiettivi prefissati. Solitamente concludo la giornata raccogliendo dati e affrontando un secondo round di mail.
Come ci si sente quando si scopre qualcosa di nuovo? Chi chiami se dovesse succederti?
È il motivo per cui navighiamo! Quella sensazione è incredibile e dona un senso di realizzazione che non può essere eguagliato in altro modo. La prima persona che chiamo di solito è la mia fidanzata, che è la mia più grande sostenitrice e compagna di viaggio.
Che messaggio daresti ai giovanissimi: consiglieresti questo lavoro e perché?
La consiglio assolutamente! Non è qualcosa che scegli, è piuttosto una sensazione interiore che non puoi ignorare. Espostevi presto e, se sentite quella spinta, seguitela con tutto il cuore.
Cosa vorresti dire ai donatori che ti hanno dato la possibilità di ricevere questa borsa di studio?
Grazie per aver creduto nel potenziale della ricerca e nelle persone che ne fanno parte. Sono grato per il supporto ricevuto e non mi fermerò fino a quando non avrò contribuito a rendere la vita dell’umanità migliore e più sana per il cuore.