Cosa sappiamo del tumore della vescica
Tra le neoplasie più comuni nei Paesi industrializzati si trova il tumore alla vescica. Sebbene la maggioranza (75%) sia inizialmente non invasiva e presenti una prognosi favorevole, questa malattia può evolvere in forme aggressive, con esiti meno favorevoli, nonostante le opzioni terapeutiche attualmente disponibili, spesso associate a effetti collaterali significati e a un peggioramento della qualità della vita.
Il tumore alla vescica si manifesta in due forme:
- non-muscolo-invasivo (NMIBC), che rappresenta circa il 75% dei casi e ha una prognosi più favorevole,
- muscolo-invasivo (MIBC), una forma più aggressiva che richiede trattamenti invasivi e presenta tassi di sopravvivenza ridotti.
La gestione clinica di questa neoplasia ha delle difficoltà a prevedere quali tumori NMIBC evolveranno in MIBC. Questa incertezza complica la classificazione dei pazienti in base al loro rischio di progressione della malattia. In altre parole, non è semplice determinare quali pazienti avranno un decorso più aggressivo, rendendo più complessa la pianificazione e l’adozione di misure terapeutiche personalizzate.
Un nuovo studio che potrebbe rendere più semplici le diagnosi
Per questi motivi è di grande rilievo il recente studio – coordinato dal Prof. Salvatore Pece, Direttore del Laboratorio di “Tumori Ormono-Dipendenti e Patobiologia delle Cellule Staminali – condotto dai ricercatori dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) e dell’Università degli Studi di Milano, pubblicato su Nature Communications, che ha condotto alla scoperta di un nuovo meccanismo molecolare alla base della progressione del tumore della vescica. La protagonista di questo studio è la proteina NUMB, un indicatore chiave della progressione del tumore della vescica.
La proteina NUMB come chiave del progetto
Questo innovativo studio si inserisce nel panorama degli importanti avanzamenti della Ricerca oncologica nell’identificazione di biomarcatori in grado di prevedere l’evoluzione delle malattie tumorali. Era già infatti stato dimostrato da alcuni ricercatori dello IEO il ruolo della proteina NUMB nella tumorigenesi del cancro al seno.
In questo caso è stato osservato che l’espressione di questa proteina era spesso più bassa in campioni di tumore della vescica rispetto ai tessuti sani e i livelli di espressione erano legati all’aggressività della malattia e alla mortalità. Il team di ricerca ha quindi scoperto che l’assenza della proteina NUMB non solo aumenta il rischio di progressione della malattia da NMIBC a MIBC, ma è anche sufficiente da sola a innescare il processo tumorale. Questo accade perché questa proteina agisce normalmente come un oncosoppressoreregolando la proliferazione cellulare e limitando l’aggressività delle cellule tumorali. Proprio per questa sua funzione, la sua assenza attiva una serie di segnali molecolari, che favoriscono la proliferazione e l’invasività delle cellule tumorali, contribuendo alla sua maggiore aggressività.
Non solo una scoperta, ma una prospettiva di cura
Essere riusciti a comprendere il meccanismo di sviluppo e la causa dell’aggressività di questo tumore non è solo un enorme passo avanti nella conoscenza di questa neoplasia, ma apre la strada a nuovi trattamenti terapeutici maggiormente efficaci. I ricercatori hanno infatti osservato che farmaci, già in uso per altre patologie, potrebbero essere riposizionati per il trattamento del tumore della vescica NUMB-negativo. Questi potrebbero essere in grado di ridurre in modo significativo l’invasività delle cellule tumorali prive di NUMB, aprendo nuove prospettive per strategie terapeutiche mirate. Non solo questa scoperta può essere integratanei protocolli clinici per migliorare la stratificazione dei pazienti e personalizzare i trattamenti, evitando terapie aggressive quando non necessarie e concentrando gli sforzi sui pazienti che ne trarrebbero il massimo beneficio. Questo studio ha infatti dimostrato che i tumori vescicali superficiali e quelli profondi rappresentano stadi differenti di un unico processo patologico che evolve nel tempo, guidato fin dal principio da specifici meccanismi molecolari che possono essere ostacolati con farmaci mirati.
L’importanza fondamentale dei Ricercatori
Queste importanti scoperte sono il risultato dell’impegno costante di ricercatori e ricercatrici che dedicano la loro vita allo studio e all’innovazione scientifica. Tra loro c’è Francesco Tucci, tra gli autori di questo studio, sostenuto da una borsa di studio della Fondazione IEO-MONZINO ETS. La Fondazione continua a investire nei giovani talenti della Ricerca, offrendo loro le risorse necessarie per sviluppare nuove conoscenze e contribuire al progresso della medicina. Sostenere la Fondazione significa credere nel valore della ricerca e nel suo impatto sulla salute di tutti.