Mara Maionchi: “curiamo il nostro corpo come fosse un giardino”

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Mia madre era una donna di acciaio, spesso la ricordo chiamandola “cobra” perché, fino all’ultimo momento, è rimasta  di una lucidità micidiale.
Godeva anche di una salute di ferro (di certo non per le sane abitudini, visto che cucinava la bistecca in almeno mezzo panetto di burro e a novantanove anni consumava principalmente gassosa e fino a sei cioccolatini al liquore ogni giorno!) e se n’è andata perché era stufa della solitudine, visto che man mano le erano morti tutti gli amici, quelli con cui parlare della sua Como, dove aveva vissuto infanzia e giovinezza.

Emilietta, così si chiamava la mia mamma, era una forza della natura ma era anche un corto circuito statistico, una che forse avrà avuto il raffreddore due volte in vita sua e che, sicuramente, non ha fatto della prevenzione un caposaldo della sua salute di ferro.

Io ho sempre avuto attenzione per la salute, specie quella delle mie figlie, ma poi è successo un fatto che ho considerato l’apertura di un nuovo capitolo, una fase di consapevolezza nuova cui auguro a tutti di arrivare, anche in maniera meno originale della mia. Quando avevo trentasei anni ho fatto un sogno: ero in una grande stanza con un tavolo nel mezzo e un signore seduto che
scriveva. La gente parlava così mi sono avvicinata e lui, senza dire nulla, ha scritto su un biglietto 36 + 33 e me lo ha dato. Trentasei più trentatré fa sessantanove così, per gli anni a seguire, mi è
rimasto impresso un senso di disagio rispetto a quell’età, tanto che quando li ho finalmente compiuti ero spaventata a morte.

Facciamo prevenzione non per evitare le malattie ma per essere pronti quando arriveranno, ecco perché avere un pool di specialisti che ci seguono è così importante, per mettere in un quadro integrato tutti i segnali che eventualmente si palesano (anche se quei segnali arrivano da sogni strampalati!).

Ovviamente non è successo niente finché, quando ne ho avuti settantatré, nel prenotare la mia visita senologica e la mammografia annuali, ho recuperato le analisi dell’anno precedente e mi sono accorta che sul foglio di anamnesi il mio medico aveva scritto erroneamente “Mara Maionchi, anni 69”. Il sogno di tanti anni prima mi è tornato in mente alla velocità della luce e allora ho chiesto al medico di vedermi per una visita anticipata e lui, in quella sede, mi ha trovato un tumore bilaterale.
Sono stata operata a stretto giro e ho poi fatto la radio, una terapia che fortunatamente mi ha permesso di fare una vita piuttosto regolare, compreso lavorare: ormai sono passati 6 anni e sto bene, sia grazie al Femara sia grazie ai controlli regolari cui mi sottopongo.

Naturalmente non vi ho raccontato questa storia per spingervi a farvi guidare dai sogni premonitori o da non meglio identificati indizi del destino, ma mi preme dire che, qualunque sia il mezzo
che vi spinge a fare prevenzione, fosse anche la paura, quello che importa è imparare la buona abitudine di ascoltare il proprio corpo e di curarlo proprio come un giardino, una bella casa, una barca o uno sport che ci piace particolarmente.

Inoltre, per quelli a cui spesso piace ridurre la prevenzione alla mania di fare esami su esami, è importante dire che la prima prevenzione è lo stile di vita: cibo fresco e poco lavorato, un po’ di movimento e l’abolizione di fumo e alcol sono già prevenzione e impattano al 30% sullo stato di salute. Non fate come Emilietta, può bastare anche solo un cioccolatino al liquore per godersi la
giornata.

Mara Maionchi è una talent scout italiana nota per aver scoperto alcuni dei più famosi artisti della scena musicale italiana. A 67 anni ha esordito in TV a X Factor e, ad oggi, è una delle personalità televisive più amate dal pubblico di tutte le età.

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