Che cos’è il microbiota intestinale
Iniziamo dalle basi, per microbiota intestinale si intende l’insieme dei microorganismi (come batteri e fughi) che popolano il nostro tratto gastrointestinale. Questi microrganismi aiutano a digerire il cibo, proteggono il corpo da germi dannosi e svolgono un ruolo importante nel mantenere il nostro sistema immunitario sano.
Microbiota e Inibitori dei check point immunitari
La Ricerca scientifica sta facendo passi da gigante nella comprensione del legame tra microbiota intestinale e risposta alle terapie oncologiche, in particolare quelle basate sugli inibitori dei checkpoint immunitari (ICI) che possono aiutare il sistema immunitario a riconoscere e aggredire le cellule tumorali. Recenti studi condotti dall’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) hanno messo in luce come la composizione del microbiota possa influenzare l’efficacia delle terapie contro il melanoma, il tumore della pelle più aggressivo.
Il ruolo del microbiota nella risposta all’immunoterapia
Gli inibitori dei checkpoint immunitari, come l’anti-PD-1, hanno rivoluzionato il trattamento del melanoma avanzato, ma non tutti i pazienti rispondono allo stesso modo. È qui che entra in gioco il microbiota intestinale. I ricercatori, guidati dal dott. Luigi Nezi (già Group Leader presso lo IEO, hanno analizzato campioni fecali e di sangue di pazienti con melanoma prima e durante la terapia con ICI, scoprendo che un microbiota stabile nel tempo è associato a una migliore risposta terapeutica.
Scoperta resa possibile anche attraverso il progetto MITICO cui hanno collaborato la ricercatrice Galiù e la ricercatrice Macandog.
In particolare, nei pazienti che rispondevano meglio alla terapia (responder completi, CR), il microbiota intestinale ospitava batteri con geni specifici che potevano “prevedere” l’efficacia del trattamento. Questi geni, già presenti prima dell’inizio della terapia, si sono rivelati indicatori affidabili della probabilità di una buona risposta terapeutica.
Peptidi batterici e risposta immunitaria
Una delle scoperte più interessanti riguarda alcuni geni nei batteri (famiglia Lachnospiraceae) che vivono nell’intestino. Questi geni producono proteine contenenti frammenti simili a quelli presenti in proteine tumorali, come quelle del melanoma. Questa somiglianza aiuta il sistema immunitario a riconoscere e attaccare le cellule tumorali.
Nei pazienti che rispondevano bene alla terapia, le cellule immunitarie (chiamate linfociti T) reagivano maggiormente a questi frammenti rispetto a chi non rispondeva al trattamento. In laboratorio, questi frammenti hanno aiutato le cellule immunitarie a moltiplicarsi e a diventare più efficaci nell’eliminare le cellule tumorali.
Questa scoperta apre la strada a nuove strategie terapeutiche personalizzate, sfruttando i peptidi batterici (ovvero piccole sequenze di aminoacidi che sono le unità fondamentali delle proteine) per potenziare la risposta del sistema immunitario contro il tumore.
Stabilità del Microbiota e marcatori prognostici
Non è solo importante quali batteri sono presenti nell’intestino, ma anche che restino stabili nel tempo. I pazienti che rispondevano meglio alla terapia avevano un microbiota caratterizzato da batteri (Clostridia) che rimanevano costanti dall’inizio alla fine del trattamento.
Anche l’analisi del sangue ha mostrato segnali importanti. Nei pazienti che rispondevano bene alla terapia, il rapporto tra neutrofili e linfociti (NLR) era basso, indicando un sistema immunitario più forte. I neutrofili sono cellule del sangue che combattono rapidamente le infezioni, mentre i linfociti sono altre cellule immunitarie che aiutano a combattere infezioni e malattie a lungo termine.
Inoltre, era presente in maggiore quantità la molecola IL-12p70, che supporta la risposta del sistema immunitario contro il tumore. Al contrario, chi non rispondeva alla terapia aveva livelli più alti di altre molecole infiammatorie (CX3CL1, IL-7, IL-8 e HGF). Questi risultati dimostrano che un microbiota stabile e un buon equilibrio del sistema immunitario possono aumentare le probabilità di successo della terapia
Verso nuove applicazioni cliniche
I risultati dello studio evidenziano l’importanza di studiare il microbiota nel tempo, per capire quali batteri e funzioni microbiche sono legati alla risposta alla terapia. Questo approccio supera i limiti delle analisi che considerano solo un singolo momento.
Queste scoperte aprono la strada a strumenti predittivi e a terapie innovative, con l’obiettivo di migliorare le prospettive dei pazienti affetti da melanoma e, potenzialmente, da altri tumori solidi.
Attualmente, sono in corso studi per sviluppare test prognostici (ovvero esami che aiutano a prevedere come una malattia, come il cancro, si svilupperà in un paziente) basati sulla reattività verso i peptidi batterici scoperti e per l’utilizzo di questi ultimi nello sviluppo di vaccini. L’obiettivo è duplice: da una parte selezionare i pazienti predisposti a rispondere all’immunoterapia, dall’altra risparmiare ai pazienti potenzialmente resistenti i rischi di trattamenti inefficaci e costosi, fornendo loro terapie addizionali che possano aumentare i benefici di una successiva immunoterapia.
In conclusione, il microbiota intestinale si conferma un alleato prezioso contro il melanoma. Grazie a queste scoperte, il futuro delle terapie oncologiche si sta sempre più orientando verso trattamenti mirati ed efficaci.
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