Tre nuovi studi internazionali guidati dal Prof. Giuseppe Curigliano, Direttore della Divisione Nuovi Farmaci per Terapie Innovative dello IEO, aprono prospettive concrete per migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita delle donne con tumore al seno, sia in fase iniziale che avanzata.
Studio DESTINY-06: nuove opportunità terapeutiche per tumori HER2-low e ultralow
Alcuni tumori al seno presentano una bassa quantità del recettore HER2, una proteina coinvolta nella crescita delle cellule tumorali. Fino a poco tempo fa, per queste forme – chiamate HER2-low e HER2-ultralow – non esistevano terapie mirate: le pazienti ricevevano solo chemioterapia tradizionale.
Oggi, grazie allo studio DESTINY-06, si apre una nuova possibilità. Il farmaco trastuzumab-deruxtecan ha infatti dimostrato di essere più efficace della chemioterapia nelle pazienti con malattia avanzata e resistente ai trattamenti ormonali.
Ma cos’è trastuzumab-deruxtecan? Si tratta di un coniugato anticorpo-farmaco, cioè una terapia che unisce due elementi: un anticorpo monoclonale, che riconosce in modo preciso le cellule tumorali, e una molecola chemioterapica molto potente, che viene rilasciata direttamente all’interno della cellula malata. Questo meccanismo permette di colpire il tumore in modo più selettivo, riducendo così gli effetti collaterali sui tessuti sani.
I risultati dello studio indicano che questa terapia può rallentare in modo significativo la progressione della malattia e migliorare la qualità di vita delle pazienti. Per le donne con tumore HER2-low o ultralow, oggi esiste finalmente una possibile cura più mirata e innovativa.
Studio EMBER-3: terapie endocrine avanzate con il farmaco Imlunestrant
Nel tumore al seno, una delle forme più comuni è quella positiva al recettore degli estrogeni, cioè sensibile all’azione degli ormoni femminili. Per queste pazienti, il primo trattamento è spesso la terapia ormonale, che blocca o riduce gli effetti degli estrogeni.
Quando però la malattia smette di rispondere alle cure disponibili, è importante trovare nuove soluzioni. Lo studio EMBER-3 ha analizzato un farmaco innovativo, chiamato Imlunestrant, che appartiene a una nuova categoria di terapie: i degradatori selettivi del recettore degli estrogeni, in inglese SERD (Selective Estrogen Receptor Degraders).
Questi farmaci agiscono contro una delle cause della crescita del tumore: gli estrogeni, ormoni che, in alcuni tipi di tumore al seno, stimolano le cellule tumorali a moltiplicarsi. I SERD bloccano e distruggono il recettore a cui si legano gli estrogeni, impedendo così al tumore di continuare a crescere.
Imlunestrant è un farmaco orale, quindi più semplice da assumere rispetto a trattamenti iniettivi, e può essere utilizzato da solo o in combinazione con Abemaciclib, un’altra molecola già in uso per queste pazienti. I risultati dello studio mostrano che questa combinazione può rallentare la progressione del tumore più a lungo rispetto alla terapia ormonale tradizionale.
Questa nuova strategia rappresenta un passo importante per le donne con tumore avanzato: offre una terapia efficace, ben tollerata e senza chemioterapia, che amplia le possibilità di cura anche dopo altri trattamenti.
Studio CheckMate 7FL: trattamenti pre-operatori più efficaci con l’immunoterapia
Per alcune pazienti con tumore al seno in fase iniziale, il trattamento può iniziare prima dell’intervento chirurgico, con lo scopo di ridurre il volume del tumore e aumentarne la risposta alla terapia. Questo approccio è noto come terapia neoadiuvante.
Negli ultimi anni, la Ricerca ha aperto nuove prospettive in questo ambito grazie all’introduzione dell’immunoterapia, una strategia terapeutica che punta a stimolare il sistema immunitario affinché riconosca e attacchi in modo selettivo le cellule tumorali.
Lo studio CheckMate 7FL ha dimostrato che aggiungere l’immunoterapia con Nivolumab alla chemioterapia tradizionale può rendere questo trattamento più efficace, migliorando la risposta delle pazienti prima dell’operazione.
L’efficacia dell’immunoterapia è ancora più marcata nelle pazienti che presentano determinati biomarcatori, come l’elevata presenza della proteina PD-L1 o di linfociti infiltranti il tumore (TILs). Identificare questi biomarcatori è fondamentale per scegliere con maggiore precisione chi può beneficiare di questo approccio combinato.
Grazie a queste informazioni, la terapia diventa ancora più personalizzata, permettendo di intervenire in modo mirato e potenzialmente più efficace già dalle prime fasi del percorso di cura.
La Ricerca accelera verso la guaribilità
Questi tre studi testimoniano l’evoluzione della Ricerca oncologica verso terapie sempre più efficaci e personalizzate, capaci di migliorare concretamente le prospettive delle donne con tumore al seno. Risultati che non restano confinati nelle pubblicazioni scientifiche, ma che entrano nella pratica clinica, offrendo nuove possibilità di cura.
Oggi, più che mai, è fondamentale continuare a investire nella Ricerca: ogni studio, ogni traguardo raggiunto, è un passo in più verso un futuro in cui la guarigione diventa una realtà per tutte le pazienti.
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