Il carcinoma dell’endometrio è il tumore ginecologico più comune in Italia, con circa 10.200 nuovi casi diagnosticati ogni anno. Questa neoplasia rappresenta il 5,5% di tutti i tumori femminili, segnando un dato significativo nell’ambito della salute ginecologica. La sua prevalenza sta crescendo, e la sua incidenza è diventata una delle principali sfide per la medicina moderna, richiedendo una continua attenzione e ricerca per migliorare la diagnosi e le possibilità di cura.
Questa neoplasia ginecologica è più frequente nei paesi sviluppati e una particolare classe di tumori endometriali, nota come “no specific molecular profile” (NSMP), costituisce circa il 50% dei casi. Questa tipologia non presenta marcatori molecolari specifici, il che rende difficile guidare il trattamento o prevedere accuratamente la prognosi. Per questo motivo, è fondamentale approfondire la comprensione delle sue caratteristiche molecolari.
Grazie al supporto della Fondazione IEO-MONZINO ETS, presso l’Istituto Europeo di Oncologia è stato avviato un progetto innovativo dedicato allo studio del tumore endometriale NSMP. L’obiettivo principale è sviluppare un modello integrato che utilizzi biologia molecolare e intelligenza artificiale per caratterizzare meglio questa forma di tumore.
Quali vantaggi per i pazienti?
Il progetto mira a ottimizzare la gestione clinica del tumore dell’endometrio con un approccio che copra tutte le fasi del percorso terapeutico, dalla diagnosi precoce alla gestione dei trattamenti. L’obiettivo principale è migliorare la qualità della vita delle pazienti, riducendo le difficoltà fisiche, psicologiche ed emotive associate alla malattia e ai trattamenti.
Una diagnosi tempestiva e precisa, possibile grazie all’utilizzo di tecniche diagnostiche avanzate, consentirà una valutazione accurata dello stadio della malattia e una personalizzazione delle terapie. Questo approccio garantirà trattamenti mirati, riducendo i rischi di effetti collaterali e aumentando l’efficacia delle cure. Inoltre, l’identificazione precoce di complicanze consentirà interventi tempestivi, riducendo il rischio di recidive e migliorando i tassi di sopravvivenza a lungo termine.
In sintesi, il progetto non solo mira ad ampliare le opportunità di cura, ma anche a garantire un percorso terapeutico che rispetti le esigenze individuali di ogni paziente.