Annamaria Piva

Bioinformatico e ricercatore presso il Dipartimento di Oncologia Sperimentale
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I talenti della Ricerca – Annamaria Piva

Annamaria Piva è una dottoranda alla Scuola Europea di Medicina Molecolare (SEMM) presso l’Istituto Europeo di Oncologia. Grazie al bando borse di studio dalla Fondazione IEO-MONZINO ETS, sta volgendo una ricerca sulla biologia computazionale, che permette l’utilizzo di strumenti matematici, statistici e informatici per analizzare grandi quantità di dati al fine di comprendere meglio i processi biologici.

Ci puoi spiegare la tua ricerca e quali sono gli obiettivi finali?

Mi occupo di biologia computazionale e bioinformatica, che consiste nell’utilizzo di strumenti computazionali per analizzare dati biologici, come espressione genica e mutazioni genetiche. Nell’ultimo anno mi sto specializzando nell’analisi di una tecnica avanzata (single cell RNA sequencing) che permette di studiare come i geni si comportano a livello delle singole cellule che compongono un tessuto. Questo approccio è particolarmente utile per lo studio dei tumori che sono per natura estremamente complessi ed eterogenei. Uno dei progetti che stiamo portando avanti è la costruzione di un modello di machine learning per predire la prognosi in pazienti oncologici tramite l’analisi congiunta di dati estratti da modelli murini e da database pubblici.

Ci racconti del tuo team? Avete l’occasione di condividere ciò che viene scoperto anche a livello nazionale e internazionale?

Faccio parte dell’unità di Data Science allo IEO, un gruppo specializzato in bioinformatica. Uno degli obiettivi principali del nostro gruppo è collaborare con altri gruppi, sia interni che esterni al nostro istituto, fornendo supporto nella parte di analisi computazionale prevista negli studi. Questo ci permette di creare una fitta rete di collaborazioni prolifiche ed arricchire enormemente le nostre competenze.

Qual è stato il momento in cui hai deciso di diventare una ricercatrice?

Ho capito che la ricerca poteva essere la mia strada nel corso della prima esperienza pratica in un laboratorio di biologia molecolare durante la laurea triennale. Vedere come le ipotesi possano essere testate, corrette e sviluppate in qualcosa di nuovo mi ha molto affascinato. Sono motivata dall’idea che gli sforzi e gli studi che sto facendo possano in qualche modo migliorare la comprensione di un processo e contribuire all’avanzamento della ricerca scientifica in ambito oncologico.

Perché è così importante ricevere una borsa di studio come quelle della Fondazione IEO-MONZINO ETS?

Ricevere una borsa di studio come quella della Fondazione IEO-MONZINO ETS è fondamentale perché dà la possibilità a giovani ricercatori di dedicarsi alla ricerca scientifica in ambito oncologico. Senza una borsa di studio non potremmo concentrarci su progetti ambiziosi e innovativi, che spesso richiedono tempi lunghi e risorse significative oltre che diversi sacrifici come vivere lontano da casa.

Puoi raccontaci una giornata tipo in laboratorio?

La mia giornata tipo si svolge prevalentemente al computer, dove analizzo i dati, leggo nuovi articoli scientifici per aggiornarmi e imparare nuove tecniche. Inoltre, partecipo regolarmente a riunioni con il mio team per discutere i progressi dei progetti e pianificare i prossimi passi.

Come ci si sente quando si scopre qualcosa di nuovo? Chi chiami se dovesse succederti?

Ogni piccola conferma è una soddisfazione e un piccolo indizio che si sta andando nella giusta direzione, è quindi un grande sprono a continuare nonostante le difficoltà. Se dovesse succedere qualcosa di importante, probabilmente condividerei subito la notizia con i miei colleghi che condividono la stessa passione e con la mia famiglia che da sempre mi supporta.

Che messaggio daresti ai giovanissimi: consiglieresti questo lavoro e perché?

Consiglio questo percorso a chi ha curiosità, voglia di esplorare e desiderio di affrontare sfide sempre diverse. La ricerca scientifica è un campo in cui non ci si annoia mai, ogni giorno porta con sé nuove domande, nuovi dati da interpretare e la possibilità di fare una differenza concreta nel mondo. È un lavoro che richiede passione e determinazione, ma le soddisfazioni, anche se piccole, ripagano ampiamente gli sforzi.

Cosa vorresti dire ai donatori che ti hanno dato la possibilità di ricevere questa borsa di studio?

Vorrei poter ringraziare uno ad uno tutti i donatori che, senza nemmeno conoscerci, sostengono la ricerca. Ogni contributo è essenziale per fare passi avanti, e senza il loro aiuto non sarebbe possibile raggiungere gli obiettivi che ci prefiggiamo che spesso richiedono tempi lunghi e risorse significative. Spero di poter ricambiare la loro generosità scoprendo qualcosa che possa davvero fare la differenza nel campo della ricerca oncologica, migliorando la vita di chi ne ha bisogno.

La borsa di studio di Annamaria Piva è stata finanziata dal Bando Borse di Studio, strumento ideato per promuovere lo sviluppo delle competenze di giovani ricercatori e accelerare nuove scoperte in ambito oncologico e cardiovascolare. I fondi sono assegnati in modo trasparente e senza vincoli di destinazione.
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Annamaria Piva
Bioinformatico e ricercatore presso il Dipartimento di Oncologia Sperimentale