Francesca Maria Righini è una ricercatrice del Centro Cardiologico Monzino. Con il suo progetto di ricerca si occupa di cercare nuove strategie tecniche alternative fornite dai dispositivi di assistenza circolatoria meccanica.
Francesca Maria Righini è una ricercatrice del Centro Cardiologico Monzino. Con il suo progetto di ricerca si occupa di cercare nuove strategie tecniche alternative fornite dai dispositivi di assistenza circolatoria meccanica.
Di cosa si occupa il tuo progetto di ricerca?
Il nostro studio si concentra sui pazienti con scompenso cardiaco refrattario, una condizione caratterizzata da una mortalità elevata e una scarsa qualità di vita. Fino a qualche tempo fa, l’unica opzione terapeutica era il trapianto cardiaco, ma la carenza di donatori e fattori come l’età avanzata o le comorbilità spesso escludono questa possibilità. Oggi, i dispositivi di assistenza ventricolare sinistra (LVAD) rappresentano una valida alternativa. Questi dispositivi supportano la funzione del cuore senza sostituirlo del tutto, migliorando così la qualità della vita del paziente.
Come funzionano questi dispositivi e quali vantaggi offrono?
Gli LVAD aspirano sangue dal ventricolo sinistro e lo reimmettono nell’aorta tramite una pompa elettrica. Inizialmente utilizzati come ponte per il trapianto, oggi sono anche considerati terapia di destinazione. I dispositivi moderni sono molto affidabili e facili da gestire, e gli sviluppi futuri, come la possibilità di ricarica transcutanea, potrebbero migliorarne ulteriormente l’accettazione tra i pazienti.
Quali sono gli aspetti più critici nell’utilizzo di questi dispositivi?
Anche se gli LVAD sono molto utili, sono trattamenti invasivi e costosi, che richiedono una valutazione molto accurata. Oltre a considerare la sopravvivenza del paziente e il rischio di eventi avversi, è fondamentale esaminare la qualità della vita e la capacità funzionale del paziente.
Cosa manca attualmente nella ricerca su questi dispositivi?
Attualmente, mancano dati completi sulla tolleranza allo sforzo e su alcuni parametri funzionali a medio-lungo termine nei pazienti con LVAD a flusso continuo. Inoltre, non sono ancora stati ben studiati gli effetti delle diverse velocità della pompa sulla gittata cardiaca, l’estrazione periferica di ossigeno, la diffusione polmonare e i disturbi del sonno.
Qual è l’obiettivo specifico del tuo progetto di ricerca?
Il nostro progetto ha l’obiettivo di studiare come le variazioni di velocità della pompa influenzino la cinetica dell’ossigeno, la gittata cardiaca, l’estrazione periferica e la diffusione polmonare durante l’esercizio fisico. Inoltre, esamineremo l’effetto di questi parametri sulla funzionalità respiratoria e sulla capacità fisica del paziente, cercando di ottenere dati più accurati per migliorare la gestione dei pazienti con LVAD a lungo termine.