Ilaria Durosini è una psicologa e ricercatrice presso l’Istituto Europeo di Oncologia.
Su cosa si focalizza la tua ricerca? Quali sono gli obiettivi?
Ricevere una diagnosi oncologica può portare le persone a vivere delle emozioni negative molto intense, come ansia, paura e tristezza. In aggiunta, il confronto costante con l’incertezza per il proprio futuro e il timore davanti a qualsiasi gesto quotidiano possono appesantire ulteriormente il carico psicologico ed emotivo. La sensazione di impotenza può inoltre ridurre la motivazione verso il conseguimento di obiettivi e progetti personali, i quali diventano ancora più cruciali in un contesto oncologico.
Anche scoprire di avere una mutazione genetica che espone al rischio di sviluppare un tumore può avere un grande impatto sulle persone e sui loro vissuti emotivi. Gli obiettivi personali possono essere modificati a causa della situazione di incertezza vissuta, riducendo la percezione di controllo sulla propria condizione di salute e di agentività. Regolare quindi le emozioni e monitorare la motivazione personale può essere utile per aiutare le persone geneticamente predisposte al cancro a orientare le proprie decisioni in base ai singoli obiettivi individuali e promuovere un maggiore benessere. Per questo motivo, attraverso il mio lavoro di ricerca, ho l’obiettivo di esplorare le necessità delle persone che scoprono di avere delle mutazioni genetiche predisponenti al cancro. Questo sarà utile per valutare il possibile utilizzo di nuove tecnologie mobile per la salute e per aiutare le persone a orientare le decisioni nel corso della vita, attraverso una strutturazione delle motivazioni personali e una regolazione delle emozioni.
Da quanto tempo ti occupi di Ricerca e come mai sei diventato un ricercatore?
Sono sempre stata affascinata dal mondo della ricerca. L’idea di diventare una ricercatrice si è rafforzata quando, iniziati gli studi universitari, ho esplorato più da vicino il mondo della ricerca psicologica e ho avuto la possibilità di toccare sempre più con mano l’enorme potenziale di questo ambito.
Nel mondo della salute oncologica, è infatti importante non limitare lo sguardo alla malattia del corpo, ma esplorare la sofferenza psicologica che la persona può provare proprio a causa della malattia. Forti emozioni negative come paura, incertezza per il futuro e tristezza possono essere vissute sia dai pazienti, sia dalle persone a loro vicine. E’ molto importante tenere in considerazione il vissuto emotivo delle persone e i processi cognitivi che possono orientare le loro decisioni nel corso della vita.
La passione, la curiosità e il desiderio di conoscenza in questo ambito mi hanno spinto a intraprendere questa professione, vivendo con la consapevolezza che ci sia sempre qualcosa di nuovo da imparare. Ogni giorno mi impegno al massimo per fare la differenza.
Quanto è importante il sostegno dei nostri donatori?
Il sostegno dei donatori è fondamentale per la ricerca. Solo attraverso la ricerca scientifica sarà possibile lavorare sempre di più per promuovere il benessere fisico e psicologico delle persone che stanno lottando contro questa malattia.
Quanto è importante avere fiducia nella Ricerca?
La fiducia nella ricerca scientifica è molto importante.
La ricerca nell’ambito della salute è un fondamentale strumento per trovare nuove risposte e per promuovere sempre di più il benessere fisico e psicologico delle persone.
Che ruolo ha la condivisione dei percorsi e dei risultati nella tua vita professionale?
La condivisione e la divulgazione scientifica è uno strumento importante per diffondere informazioni rilevanti, per permettere la comprensione di temi complessi e la progressione della conoscenza.
Mi occupo dell’aspetto psicologico che ruota intorno alla malattia oncologica e grazie alla Ricerca, e al supporto di tutti i donatori, è possibile lavorare ogni giorno per migliorare il benessere dei pazienti a 360 gradi.